Il leone, la strega e l’armadio - Lewis Clive Staples. Страница 11

— Ora che la mia birra è finita — annunciò il signor Castoro, allontanando la caraffa vuota e tirando a sé la tazza di tè — lasciatemi accendere la pipa, poi parleremo di cose serie. — Diede un’occhiatina fuori dalla finestra e aggiunse: — Ricomincia a nevicare. Tanto meglio, vuol dire che non avremo visite. Oggi nessuno verrà a disturbarci. Se qualcuno vi avesse visti da lontano e cercasse di rintracciarvi, la neve coprirebbe le vostre impronte e nessuno riuscirebbe a trovarvi.

8

Cosa accadde dopo pranzo

— E ora, per favore, ci dica che ne è del signor Tumnus — chiese subito Lucy.

— Oh, un brutto affare — sospirò il signor Castoro, scuotendo la testa. — Un affare bruttissimo. Non c’è dubbio: lo ha portato via la polizia. A me l’ha detto un uccello che era presente al fatto.

— Ma dove lo hanno portato? — chiese ancora Lucy.

— Verso nord, e sappiamo bene cosa significhi.

— Noi no che non lo sappiamo — obiettò Lucy.

Il signor Castoro tornò a scuotere la testa con aria cupa. Poi disse: — Temo proprio che lo abbiano portato da quella là.

— E cosa gli faranno?

— Non si può dire con esattezza — rispose l’altro. — Non sono molti quelli che tornano indietro da laggiù. Pare che sia un posto pieno di statue: nel cortile d’ingresso, nella sala grande, su per le scale, nelle camere. Statue dappertutto… — Il signor Castoro fece una piccola pausa, rabbrividì e infine aggiunse: — Lei trasforma tutti in statue. Di pietra.

— Ma noi, signor Castoro, non possiamo… — balbettò Lucy. — Voglio dire che dobbiamo fare qualcosa, salvarlo. È terribile pensare che sia accaduto per causa mia.

— Non dubito della tua buona volontà, mia cara — intervenne la signora Castoro — ma non c’è modo di entrare in quella casa senza il permesso della strega. E capirai anche tu che, stando così le cose, non c’è nessuna probabilità di uscirne vivi.

— Non si potrebbe escogitare qualche stratagemma? — chiese Peter. — Travestirci da venditori ambulanti, per esempio. Oppure aspettare che lei esca ed entrare di soppiatto. Oh, maledizione, dev’esserci un modo. Il fauno ha salvato mia sorella mettendo a repentaglio la vita. Non possiamo permettere che gli facciano, sì, insomma, quello che sappiamo.

— Non puoi far nulla, figlio di Adamo — replicò il signor Castoro. — Non ci provare neppure. Tu e i tuoi fratelli meno di qualsiasi altro. Ma ora che Aslan si è messo in moto…

— Già, ci parli di lui — fece un coro di voci.

Una volta ancora Peter, Susan e Lucy si erano sentiti invadere da uno strano sentimento, qualcosa di simile all’emozione che ci prende all’inizio della primavera o al sentire una buona notizia.

— Chi è Aslan? — chiese Susan.

— Come, non sai chi è Aslan? — ribatté il signor Castoro, stupito. — Ma è il re, il padrone di tutto. Non viene spesso qui, certo, ma è il signore del bosco. Io non l’ho mai visto e neppure mio padre, ma abbiamo saputo del suo arrivo. Ora è qui nel paese, metterà a posto la cosiddetta regina. Sarà lui che salverà Tumnus, non voi quattro.

— Lei non tramuterà in pietra anche questo tale? — chiese Edmund.

— Che Dio ti benedica, figlio di Adamo. Come ti vengono in mente certe cose? — esclamò il signor Castoro con una gran risata. — Di pietra lui? Come se fosse facile. Sarà molto se la regina riuscirà a resistere al suo sguardo. No, no. Aslan sistemerà tutto, anche lei. C’è un’antica profezia che dice esattamente così:

Il dolore sparirà, quando Aslan comparirà;

al digrignare dei suoi denti fuggon tutti i malviventi;

quando romba il suo ruggito, gelo e inverno è ormai finito;

se lui scuote la criniera, qui ritorna primavera.

— Lo vedremo anche noi? — chiese Susan.

— Ma certo, figlia di Eva. È per questo che siete qui. Io vi porterò da lui. Conoscerete il grande Aslan.

— È un uomo? — chiese Lucy.

— Aslan un uomo? — fece il signor Castoro, con un’espressione quasi costernata. — No di certo. Vi ho detto che è il re del bosco, figlio del grande imperatore d’Oltremare, no? Non sapete, dunque, chi è il re di tutti gli animali? Aslan è un leone, anzi, è il grande leone.

— Oh, credevo fosse un uomo — esclamò Susan. — E non è pericoloso? Io non mi sento molto tranquilla all’idea di incontrare un leone. Credo che avrò paura.

— Ma certo che avrai paura, mia cara — intervenne dolcemente la signora Castoro. — Se c’è qualcuno che può comparirgli davanti senza tremare o è il più coraggioso che ci sia al mondo, o è semplicemente uno sciocco.

— Ma non è innocuo? — chiese Lucy.

— Innocuo? — ripeté il signor Castoro, con fare sorpreso. — Non hai sentito cosa ha detto mia moglie? È grande e terribile, ma è buono. È terribile, ma giusto. È il re.

— Be’, non vedo l’ora di conoscerlo — disse da parte sua Peter. — Poi, al momento buono, avrò una gran paura anch’io, come tutti.

— Ben detto, figlio di Adamo — tuonò il signor Castoro, battendo una zampa sulla tavola (tutte le tazze e i bicchieri che c’erano sopra tintinnarono per lo scossone). — L’appuntamento è per domani, alla Tavola di Pietra. Verrete?

— Dov’è questo posto? — chiese Lucy.

— Lungo il fiume — rispose lui. — Molto lontano, però. Molto lontano. Sarà una bella camminata, ma vi accompagnerò io.

— E il povero signor Tumnus, intanto? — chiese ancora Lucy.

— Il modo migliore e più rapido per aiutarlo è quello di incontrare Aslan. Dopo si comincerà a far qualcosa. Prima, non è possibile. Questo non vuol dire che voi quattro non possiate far nulla, intendiamoci. Anzi. C’è molto bisogno di voi perché la profezia dice:

Il tempo del male sarà terminato

quando i figli d’Adamo e del suo costato

i troni di Cair Paravel avranno conquistato.

Come vedete, le cose stanno andando a buon fine. Aslan è qui e siete qui anche voi. Che Aslan sarebbe venuto lo sapevamo, è già stato qui una volta, molto tempo fa. Ma non c’era mai stato un essere umano, prima. Ora ci siete voi.

— C’è una cosa che non capisco, signor Castoro — chiese gentilmente Peter. — Dice che qui non c’è mai stato un essere umano: ma la Strega Bianca non è una donna?

— Le piacerebbe! — rispose il signor Castoro, sogghignando. — E vorrebbe che noi lo credessimo. Dice di essere una figlia di Eva e su questo basa i suoi diritti di regina di Narnia. Invece è figlia di Lilith, la prima moglie di Adamo. — Al momento di pronunciare il nome del primo uomo, il signor Castoro fece un profondo inchino, poi continuò: — Lilith non era una donna. Era un demone del male e la Strega Bianca è figlia sua e di un orribile gigante. No, no. Nelle sue vene non c’è neppure una goccia di sangue umano.

— Ed è per questo che è tanto malvagia — concluse la signora Castoro.

— Verissimo, moglie mia — confermò il marito. — Sul conto dei figli di Adamo ed Eva, be’, sia detto senza offesa dei presenti, ci sono opinioni contrastanti. Comunque, le più diaboliche sono le creature che sembrano uomini o donne ma non lo sono affatto.

— Io però ho conosciuto dei nani buoni — obiettò la signora Castoro.

— Anch’io, ora che mi ci fai pensare — ammise il marito. — Ma pochi, anche di quelli. E poi si vede subito che sono nani e non uomini. In linea generale, date retta a me, i peggiori sono quelli che dovrebbero essere uomini e non lo sono più, ma lo sembrano soltanto. Forse una volta erano uomini davvero e forse lo diventeranno di nuovo. Ma intanto, tenete gli occhi bene aperti e quando ne incontrate uno preparatevi a combattere. La Strega Bianca, poi, è la più pericolosa: odia tutti gli esseri umani ed è per questo che non ne vuole nel paese di Narnia. Sta sempre in giro a cercarli. Guai se sapesse che siete qui e che siete quattro.